Obesità: quando la massa grassa diventa una malattia.

di Tommaso Vaccaro

E' di qualche giorno la più recente indagine dell'Istituto superiore di sanità (Iss) sullo stato di salute dei bambini italiani in età scolare. Tra questi, secondo la ricerca effettuata su un campione di 45 mila soggetti, il 35% è in sovrappeso e il 12,3% è chiaramente obeso, mentre i dati forniti dalla Società italiana di medicina dell'adolescenza (Sima) ci offrono un quadro altrettanto preoccupante in cui due minorenni su dieci riportano un eccessivo accumulo di grasso. Oggi, 10 ottobre, ritorna la giornata di sensibilizzazione dell'Obesity day.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa siano l'obesità e il sovrappeso. Lo facciamo con il dott. Fabrizio Duranti, esperto di metabolismo umano e nutrizione e noto divulgatore scientifico.

Cosa si intende per obesità?

E' la condizione fisica in cui si trova la persona quando accumula eccessivo tessuto adiposo. Ci sono percentuali di grasso che sono compatibili con una vita normale, i cosiddetti quantitativi fisiologici, che nell'uomo vanno dal 10% al 20% del peso corporeo e nelle donne dal 20 al 30. Ma quando queste percentuali di massa grassa vengono superate, si passa prima al sovrappeso e poi all'obesità di primo, secondo e terzo grado.

I bambini italiani diventano obesi. Mangiano sempre di più o sempre peggio?

Quello dell'obesità infantile è un argomento che mi tocca particolarmente. Questa patologia sta diventando una vera e propria piaga della nostra società, come lo è da tempo negli Stati Uniti. E' ormai evidente il collegamento tra questo fenomeno ed il diabete di tipo 2, una malattia che in passato si presentava intorno ai 50 anni, ma che oggi si riscontra anche in bambini di 13 / 14 anni. Ci sono adolescenti che raggiungono persino i 100 kili di peso. Se questi sono casi estremi, comunque sono frequentissimi i casi di bambini in sovrappeso o addirittura obesi. Tra i vari primati negativi del nostro paese, l'Italia ha quello di essere prima in Europa per il fenomeno dell'obesità infantile. Questo dà l'idea di quanto sia grave il problema. Tornando alle cause, queste sono principalmente la scarsa qualità del cibo e la mancanza di attività fisica. I bambini passano troppe ore davanti ad un monitor o ad uno schermo e non hanno più la possibilità di giocare per strada. I nostri figli sono diventati animali in cattività, che possono spostarsi in casa solo per pochi metri, usano ascensori, e sono accompagnati ovunque in macchina dai genitori. A ciò si somma poi l'alto consumo di cibi contenenti zuccheri raffinati e dunque con un alto indice glicemico. Attraverso la gratificazione di un cioccolatino o di una caramella si costruisce una "cultura del compiacimento", frutto del rapporto sbilanciato tra genitori e figli. Il senso di colpa spinge a sopperire alla carenze genitoriali e dunque a ricercare il consenso dei bambini mediante le "eccezioni alla regola". Queste, dilatate nel tempo, producono un bombardamento continuo per il metabolismo dei bambini con conseguente rialzo insulinico e dunque attivazione della liposintesi e accumulo di tessuto adiposo. Un processo che diventa facilmente inarrestabile.

Come ci si confronta con questo problema?

Intanto sarebbe opportuno ritornare ad offrire ai bambini alimenti sani. Mi riferisco ovviamente alla frutta fresca da consumare durante il giorno o magari alle nocciole o alle mandorle da inserire nella merenda. Quando i medici consigliano di mangiare un po' di tutto, non si riferiscono certamente al consumo di carboidrati semplici, ma a minestre di legumi, possibilmente di fagioli e ceci, a minestre di verdure, al pane integrale, alla frutta ed alle carni bianche come il pollo, il coniglio o il pesce. Purtroppo c'è una disabitudine a tutto ciò e forse manca anche l'informazione su cosa potrebbe accadere al futuro di questi bambini obesi. Diventando diabetici rischiano, infatti, la cecità, la retinopatia diabetica, l'amputazione degli arti, ma anche gli ictus e gli infarti. Tutto questo viene spesso taciuto forse perché si tratta di una verità eccessivamente forte e potrebbe apparire come una forma di terrorismo psicologico. Spetta ai medici di famiglia, alle radio ed alle televisioni, spiegare che il problema del grasso non è una questione puramente estetica, ma è un problema di salute vero e proprio, dalle conseguenze gravi.

Quindi la responsabilità è tutta della cattiva informazione?

No. I genitori svolgono un ruolo fondamentale. Se gli adulti stanno tutto il giorno in casa a mangiare, a fumare, passano tutte le domeniche davanti alla tv a guardare le partite, è evidente che i bambini cresceranno con un modello non equilibrato. Se fin da piccoli (4-5 anni) sono abituati ad andare al parco, a correre, a fare un'escursione in montagna, trascorrono molte ore all'aria aperta e vedono i genitori mangiare cibi sani, emuleranno questi atteggiamenti. La prima forma di educazione è l'esempio. Ed è questo che oggi manca.

Tenendo presente questa emergenza nazionale, forse la Dieta Mediterranea è stata eccessivamente mitizzata a sfavore di regimi alimentari dall' efficacia provata come la Dieta della Zona o la Atkins?

Quando utilizzo per i miei pazienti diete squilibrate verso le proteine, lo faccio con la logica che, per brevi periodi, a mali estremi, estremi rimedi. Se seguo una persona con un'insulina altissima che tende ad andare verso il diabete, devo ridurre drasticamente i carboidrati che stimolano appunto l'insulina e cercare di riportare la sua condizione metabolica verso una normalizzazione. Sacrifico, dunque, l'introduzione di carboidrati e mi sbilancio sull'assunzione di proteine e verdure. L'ideale per questo tipo di dieta sarebbe quello di mangiare pesce e verdure. Basti pensare al popolo eschimese, come il popolo al mondo con minori patologie cardiovascolari. Detto questo, mi ritengo un sostenitore dell'alimentazione mediterranea, quando la vedo applicata su una persona sana. Io stesso tendo a utilizzare un'alimentazione a metà strada tra la Mediterranea e la Vegetariana, ma questo perché ho una percentuale adeguata di massa grassa, faccio 15 km al giorno di corsa e ho un fisico sano. Certo è che quando si parla di Dieta Mediterranea spesso si pensa ad una dieta composta da pasta, pizza e dolci. Ovviamente io faccio riferimento ad un regime che si avvale dei prodotti sani del Mediterraneo, come le farine integrali, la frutta, le verdure e le proteine del pesce e della selvaggina., secondo percentuali che vedono il 55-60% di carboidrati e quote più basse di grassi e proteine.

Esiste dunque una dieta giusta per tutti?

Assolutamente no. E' impossibile far mangiare allo stesso modo un dipendente sedentario di 55 anni, magari in sovrappeso di 10-15 chili e un ventenne sano e sportivo che fa almeno due ore di allenamento al giorno. Bisogna calibrare l'alimentazione sul soggetto o dare delle linee guida, ma che siano attendibili.

Intervista a Fabrizio Duranti

Fonte: www.dazebao.org